sabato 7 febbraio 2009

ricette della tradizione: acquadelle fritte

Acquadelle fritte
Nei tempi remoti ma non troppo, l'acquadella era un pesce comunissimo
e diffusissimo, presente in abbondanza anche nei canali.
Oggi invece, è diventata rarissima e quindi pregiata. Oltreché marinata
in salamoia, l'acquadella è ottima
in graticola e fritta1. Lavate con cura
e infarinate in padella con olio
bollente. Le più grandi si possono
accoppiare per la coda
in numero di quattro o cinque
("ciupín").
A cottura ultimata si tolgono
dalla padella, facendole
colare e si servono con
un pizzico di sale fino.
1 G. F. Bonaveri, op. cit., p. 99: «Queste (le acquadelle) per lo più si cuociono infarinate
ed unite in mazzetti, così che le vode venghino ad essere tutte ammontate in
un sito. Per ciò fare vi si richiede un'agunanza particolare di donnicciuole che chiamansi
chiopparise, così dette d' que' mazzetti che chianansi chioppe, cioè accoppiamenti.
Queste chiopparise, sono quasi tutte giovanacce plebee, piene zeppe di morbino,
e su li primi bollori del sangue. Quindi tutte rimbombano le strade di risa, e
strepiti, nel mentre che, passata la mezzanotte, vansi ragunando, e battendo cembali
e colascioni, canticchiando per istrada, sinché tutte unite giungono alla casa del
mercatante. Colà giunte, dopo molti femminili cicalecci con le donne attempate, si
pongono tutte a sedere ad una ben lunga tavola, che tutta ne resta attorniata, avendone
più d'una volta contate più di cinquanta».

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